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Marco Mantova Benavides, Illustrium jureconsultorum imagines, dis. Enea Vico, inc. Antoine Lafréry, 1566.
Monumento funebre, 1519. Pavia, Università, cortile di Volta

Giasone del Maino.

Giasone del Maino (1435-1519), illustre giurista e professore dell’Ateneo pavese, aveva disposto per testamento l’istituzione nella sua casa di abitazione di un collegio per dodici studenti. Tale volontà fu disattesa e quel collegio non fu istituito. A Giasone del Maino fu però intitolato nel 2000 uno dei più recenti collegi dell’Università di Pavia.
Nel 2019, in occasione del cincequentesimo anniversario della morte del giurista, il Collegio ha istituito un Comitato scientifico per promuovere nuove ricerche sulla figura di Giasone e ha organizzato con il patrocinio del Dipartimento di Giurisprudenza, del Dipartimento di Studi Umanistici e del CISUI, il convegno di studi internazionale “Giasone del Maino. Diritto, politica, letteratura nell’esperienza di un giurista rinascimentale”.
Nel 2020 i risultati delle ricerche sono stati raccolti in un volume curato da Ettore Dezza e Stefano Colloca pubblicato in “Studi e ricerche sull’università. Collana del Centro interuniversitario per la storia delle università italiane”.

Riportiamo da questo libro l’Introduzione di Ettore Dezza:

Giurista di fama europea, Giasone del Maino (1435-1519) è concordemente considerato uno dei massimi rappresentanti della lunga e prestigiosa tradizione che l’Ateneo pavese vanta nel campo degli studi di diritto. Vissuto tra il XV e il XVI secolo in un’epoca di profonda trasformazione politica e culturale, egli ne fu significativo interprete, oltre che come giurista, come letterato, come diplomatico e, più in generale, come prezioso testimone della temperie rinascimentale.
Come giurista, Giasone percorse una prestigiosa carriera accademica che lo portò a insegnare a Pavia e in alcune altre tra le più famose università italiane della sua epoca, come Padova e Pisa. La sua monumentale produzione, pur aderendo nella forma alle tradizionali metodologie della scienza del diritto, è ravvivata da una profonda cultura di ispirazione umanistica, e le sue opere – nel cui ambito, accanto a consilia, repetitiones e quaestiones, spiccano i Commentaria al Corpus iuris giustinianeo – hanno rappresentato un obbligato punto di riferimento per il pensiero giuridico dell’intero continente europeo, che guardava a Giasone – “princeps iurisconsultorum” - come a una indiscussa autorità.
Come letterato e uomo di cultura Giasone si distinse in primo luogo nel campo dell’attività oratoria. Le sue levigate ed efficaci orationes, illuminate dal suo rapporto diretto con gli autori classici, divennero un modello per questa specifica tipologia letteraria, e travalicando l’originario e consueto contesto delle ricorrenze accademiche si ricollegarono in più occasioni alla sua attività diplomatica. Giasone non disdegnò peraltro di muoversi con grande versatilità anche su differenti registri e seppe coltivare una pluralità di forme di scrittura, dimostrando quella molteplicità di visioni e di interessi tipica del clima intellettuale di stampo umanistico che segna il maturo Quattrocento.
Come diplomatico Giasone fu incaricato di numerose e delicate missioni, svolte per lo più su incarico dei duchi di Milano. In tale veste, egli si mosse anche al di là dei confini della penisola, ed ebbe modo di entrare in rapporto con alcuni tra i protagonisti delle vicende politiche europee del suo tempo. Di singolare interesse furono in particolare i suoi incontri con il re di Francia Luigi XII, che nel 1499 lo sollecitò a riprendere l’insegnamento pavese e a Pavia alcuni anni più tardi, nel 1507, volle presenziare a una sua lezione.
Degno di memoria è infine il fatto che Giasone non solo occupò una posizione di eccellenza tra i continuatori della grande tradizione giuridica pavese, ma a sua volta creò una vera e propria scuola attraverso uno stuolo di brillanti discepoli, italiani e stranieri, punte di diamante di una compagine studentesca – mobile e inquieta – di respiro europeo, ormai pienamente consapevole delle nuove sensibilità culturali. Tra i tanti allievi di vaglia spicca il nome di Andrea Alciato, che nella prima metà del Cinquecento avrebbe portato a compimento a livello continentale quella vera e propria rivoluzione umanistica nel campo degli studi giuridici le cui solide basi erano state gettate dal suo maestro Giasone.

Ettore Dezza, Introduzione a Giasone del Maino (1435-1519). Diritto, politica, letteratura nell’esperienza di un giurista rinascimentale. A cura di Ettore Dezza e Stefano Colloca, Bologna, Il Mulino, 2020, pp. 13-14
Lectio di Giasone del Maino di fronte a Luigi XII. Pavia, Palazzo del Maino, atrio